Chef

Giorgio Trovato, chef amante delle sue materie prime

Giorgio Trovato è l’Executive Chef de “Il Convito di Curina” a Castelnuovo Berardenga, ristorante dell’Hotel Villa Curina Resort, splendida dimora cinquecentesca insignita nel 2014 con le due casette nella Guida Michelin.

La stessa guida ha poi riconosciuto due forchette al ristorante esaltandone “l’ampia scelta enologica con vini regionali e champagne di piccoli produttori”. 

 

Giorgio Trovato affianca la sua attività di Executive Chef con quella di Consulting Chef e Food Stylist. Ha fondato la “Trovato Food Project”, società impegnata in attività di consulenza per l’avvio di attività di ristorazione che partendo dal concept del locale, studiando i competitor e le potenzialità del territorio, offre un servizio di recruiting del personale, ideazione del menu e allestimento carte dei vini, supporto tecnico e creativo. 

 


È presidente e docente della Federazione Italiana Professional Personal Chef (Fippc) che include 163 chef in tutta Italia e punta alla qualificazione e valorizzazione di questa figura professionale attraverso corsi di formazione, stage e incontri.

La cucina dello Chef Trovato è molto particolare, basata sulla ricerca e sullo studio del territorio. Lo chef effettua prima una ricerca sulla storia e la cultura del luogo in cui si trova, per conoscere quali sono i prodotti, qual è la storia della tradizione culinaria; poi si reca personalmente dai produttori di nicchia per scegliere la migliore materia prima. Per Trovato la cucina è un'esperienza che il commensale - cliente deve vivere capendo come si è arrivati alla creazione di un determinato piatto. Inoltre, lo chef coltiva personalmente un orto dal quale trae alcune delle materie prime che poi utilizza per l'elaborazione dei piatti. 

 

La cucina – spiega lo chef Trovato - è formazione non solo per chi la fa, ma anche per il cliente, il quale deve essere partecipe delle varie fasi che hanno portano alla creazione di un determinato piatto. La conoscenza, la scelta della materia prima, la manipolazione e la composizione, rappresentano una scoperta per i non addetti ai lavori. Il compito di ogni chef è proprio quello di “raccontare” il piatto per permettere che ciò avvenga. Altrimenti l’atto di degustare si limiterebbe ad un semplice “mangiare fine a se stesso”. In questo modo - continua - si guida il cliente attraverso una vera e propria esperienza sensoriale, capace di riportare alla memoria profumi, sapori di un tempo, ricordi del proprio passato, della propria storia legati al cibo


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