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Cucina e macellazione halal nell’Islam italiano

La cucina halal e la macellazione halal devono seguire regole precise nell’alimentazione islamica. Cibo e religione nella cucina araba.
Se l’Ebraismo tollera il vino se selezionato, l'Islam invece ne vieta categoricamente il consumo. L’alcol e qualsiasi bevanda fermentata sono proibiti per assicurarsi la sobrietà dei fedeli nell'esecuzione delle funzioni religiose. Il Corano però descrive giardini adorni di vigneti, parla di pioggia che fa crescere la vite e dischiude l'uva, e promette fiumi di vino prelibato: sembra quasi che provochi il credente tra le righe, ma il binomio “vino e religione” non è contemplato. Noi conosciamo l’alimentazione islamica (o cucina halal) dei paesi arabi essenzialmente per le spezie (zafferano, cumino, cardamomo, cannella, ecc.), introdotte dagli Arabi nel Mediterraneo e oggetto di scambio commerciale per secoli. E proprio la cucina araba trova una sua unità nella religione musulmana che prescrive l’uso della carne, rossa o bianca, con il metodo di macellazione Halal (cioè dissanguata), ossia un tipo di carne dell'animale sgozzato secondo il rito islamico, pronunciando il nome di Allâh da parte del sacrificatore musulmano autorizzato. Secondo i Musulmani, nella cucina halal non si può mangiare carne di maiale, considerato “immondo”, di cammello o di bestie trovate senza vita, e non ci si può cibare del sangue di nessun animale. Non ci sono limitazioni al consumo di legumi o cereali e non esistono proibizioni riguardo l’abbinamento dei cibi. Bisogna osservare il digiuno completo nel mese del Ramadan (tra Novembre e Dicembre) da due ore prima dell’alba a due ore dopo il tramonto. E’ singolare che ogni buon credente maomettano debba mangiare solo con la mano destra, rigorosamente lavata prima di quella sinistra. L’Islam in questo caso sembra essere meno rigoroso dell’Ebraismo, ma è altrettanto ligio e osservante delle regole.
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