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Il Simposio del Lambrusco Doc

Lambrusco grasparossa e Lambrusco salamino eccezionali, grazie alla degustazione vini a Firenze di Andrea Gori al Simposio dei lambruschi.
Lambrusco, un vino dalle origini antiche e dal carattere giovane, di cui si conosce e si parla ancora poco, svalutato da alcune grande produzioni che non esaltano le sue qualità. Sono andata alla degustazione di vini Lambrusco a Firenze, al Simposio dei Lambruschi di Andrea Gori, e ho scoperto questo e altro. Il valore autentico del popolo emilio-romagnolo, un dono della natura che conquista al primo assaggio, egregiamente rappresentato da otto piccole realtà riunite. Otto assaggi pieni di fragolose bollicine: Podere Saliceto, Pederzana, Villa di Corlo, Fiorini, Ca’ Berti, Paltrinieri, Fattoria Moretto e Fattoria Vezzelli. Di Saliceto ho potuto gustare il Lambrusco Doc di Modena Albone, che usa varietà di Lambrusco Sorbara e Salamino e, appena accostato al naso, si rivela nei suoi tratti più caratteristici, squillante di lamponi e more, appena velato di una dolcezza floreale e scurito da note di miele di castagno e rabarbaro. In bocca è scalpitante, scorre agilmente ma lascia una traccia sfumata, con una nota secca pronunciata e soprattutto una mineralità che sfocia nel salino. Bello il finale che regala anche sensazioni citrine prima di dissolversi nel fruttato maturo. Un altro Lambrusco esaltante e innovativo è quello di Paltrinieri, Leclisse, dal colore chiaro e leggero e dal sapore acido e quasi allappante o il Vigna del Cristo di Cavicchioli. Tra le varietà presenti si va dal Lambrusco di Grasparossa, più spumoso e generoso, al Lambrusco Salamino, che forse incarna l’idea più comune che si ha di questo vino, con sentori nettissimi di lampone e fragola e un assaggio godibile e immediato, senza eccesso di corpo e pesantezza. Tutti i Lambruschi provati sono stati abbinati ai salumi romagnoli e alle carni rosse, ma possono essere bevuti facilmente anche come aperitivo. Un’altra curiosità che ho scoperto riguarda il proliferare di sperimentazioni che si stanno facendo sul Lambrusco: da sempre vinificato in autoclave, in cui la rifermentazione avveniva in grandi recipienti attraverso l’aggiunta di lieviti e zucchero, ora il vino viene rifermentato direttamente in bottiglia, come fosse uno Champagne, ottenendo profumi complessi, ricchi e stratificati, immediati e godibili al primo assaggio, profondi e sfaccettati a un’analisi più approfondita. Info: www.simposiodeilambruschi.it Articolo di Alice Bresolin
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