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Vini naturali: vini rossi e vini da dessert

Max Cochetti presenta alcuni tra i migliori vini naturali, consigliando qui i vini rossi e vini da dessert.
Max, wineblogger di Avvinare.it, non aveva ancora finito l'università che aveva cominciato a lavorare su internet. Da allora ha sempre continuato a lavorare sul web, ma l'attenzione è stata spesso sviata dall'amore per il vino, tanto da costituire alcuni anni fa una piccola associazione di appassionati di vino. Un po’ per gioco e un po’ per scherzo è poi nato Avvinare.it, dove unisce le sue due passioni, il vino e internet appunto. Inoltre si diletta anche a collaborare con alcune aziende vinicole, in particolare per quanto riguarda il web marketing, le social community e l'e-commerce. Max Cochetti ci porta ad esplorare il mondo dei vini naturali (termine preferito agli appellativi “vini biologici” o “biodinamici”): qui di seguito una lista di vini rossi selezionati dall’appassionato wineblogger. Vini rossi Cinque Campi Rosso 08 Vanni Nizzoli è serio, taciturno, appassionato, forse, sotto sotto, sicuro del fatto suo… Grasparossa, Malbo Gentile e Marzemino ne fanno qualcosa in più d’un semplice lambrusco. Sì, avete letto bene, lambrusco, il più “calpestato” di tutti. Qui però parliamo di rifermentazione naturale. Altra musica. 3.000 bottiglie appena. Colpirà al naso per la complessità degli aromi, al palato per la struttura. Bonavita Faro 08 Innanzitutto le vigne: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera, 250 metri d’altezza, con affaccio sullo stretto di Messina. È qui, a Faro Superiore, che Giovanni Scarfone produce dal 2006 il Faro, DOC dal ‘76, ma con pochissimi produttori. 4.000 esemplari di un rosso sui generis, di grande bevibilità, ma con un sorso che lascia intendere la poca distanza dal mare. San Fereolo Dolcetto Dogliani 04 Nicoletta Bocca, milanese in trasferta. Chi me ne ha parlato la prima volta ha usato questa parola: “weltanschauung“. E qui si ritrova piena la sua diversa "visione del mondo". All’interno della denominazione è unico, ma tipico, è contadino, ma nobile, alcolico, ma suadente, duro, ma di piacevole beva. Da attendere ancora, ma buono già adesso. Pignol 1999 di Bressan No, non abbiamo sbagliato annata, parliamo di un vino uscito da poco sul mercato. Di un vitigno, il pignolo, che pochi conoscono. E forse è una fortuna, perchè di certi vini meno si parla e meglio è. Uno di quei vini da condividere in silenzio, senza dire cosa si ha di fronte, facendo credere che solo i francesi possono produrre grandi rossi di longevità, e invece siamo dalle parti di Gorizia, dove quando ci si mettono aspettano anche dodici anni prima di farti assaggiare un loro grande vino. Brunello di Montalcino 2006 Pian dell'Orino Prendi un tedesco di nome Jan Hendrik, aggiungici una altoatesina di nome Caroline, trapiantali a Montalcino e aspetta... Quello che potrai assaggiare, come l'annata 2006, ti colpirà per un vino che capisci che non è ancora pronto e che potrà dare il meglio di se tra qualche anno, ma quello che oggi può già offrirti basta e avanza. Fresco, sapido, lungo. Perchè aspettare? Barolo Cannubi 2004 di Barale Arrivando a Barolo, la cantina Barale è una delle prime che si incontra, ma quello che colpisce del loro Cannubi parte già dall'etichetta: antica, austera, orgogliosa. Aggettivi che si ritrovano nel bicchiere e che parlano di un vino aristocratico, che sembra riportarti agli inizi della storia del Barolo e della storia d'Italia. Vini da dessert Picolit Marco Sara 2008 I Colli Orientali del Friuli nascondono un vino piccolo solo nel nome, soprattutto quando parliamo di quello di Marco Sara. Un vino passito che ti avvolge con la dolcezza, ma che non stanca mai. Un’esplosione di frutta matura che in compagnia di amici esaurisce in un'unica sera la bottiglia da 50 cl.
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