Il Trantis a Novara di Marta Grassi

Novara, provincia piemontese poco distante dal capoluogo lombardo, riceve da sempre influenze dalla vicina Liguria con cui ha teso in passato il filo diretto della “via del sale” grazie alla quale si compivano straordinarie contaminazioni tra le diverse culture gastronomiche, quella marittima, di agricoltura e olio da una parte e quella invece di terra, carne e formaggi dall’altra.

Sotto l’ombra della fecondità delle vicine Langhe, rimane poco propensa
a emergere dal punto di vista enogastronomico, ma dato che “dal cemento nascono i fior”, è germogliato anche qui il seme dell’alta cucina grazie al ristorante “Tantris” e alla sua delicata creatrice Marta Grassi.

Un nome enigmatico che fa pensare alla religione indiana, a culture lontane ed esotiche, ma in realtà nei tre motivi che hanno spinto i proprietari del ristorante di Novara a farlo proprio c’è ben altro.

Innanzitutto Tantris è il nome del blasonato ristorante di Monaco che l’anno in cui Marta e Mauro aprirono perse la stella per il cambio di chef: «Sperammo allora che quella stella vacante sarebbe arrivata a noi prima o poi» dice la padrona di casa con occhi e labbra sorridenti, mischiando ironia e realtà dei fatti. C’è poi l’origine magica del nome: «Tantris è la dea dell’Isola di Giava che dispensa cibo ai suoi discepoli ».

E quella leggendaria, dato che Tantris è l’anagramma di Tristan del Tristano e Isotta, eroe che cambia il suo nome in Tantris per sfuggire alle ire una regina, attraversare la Manica e raggiungere la sua amata. Un unico nome carico di signifi cati e così prezioso, un progetto a cui dedicarsi con totale dedizione, dalla cucina alla sala, dall’arredamento all’enoteca. Quando si entra in questa locanda attualizzata, ci si sente accolti come ospiti a una cena tra amici, senza imbarazzo e dimenticando i formalismi.

Aperta la porta ci si trova di fronte a un vetro opacizzato che cela e mostra al contempo un’incuneata enoteca progettata e costruita totalmente artigianalmente, invitante premessa di un’esperienza da ricordare. La sala è candida e gli oggetti che l’adornano narrano il percorso evolutivo del ristorante negli anni con peculiarità di ogni “età”.

Tutto è insonorizzato nonostante la posizione tranquilla e ci si sente ovattati, raccolti e isolati dalla frenesia esterna, pronti a godere la cena. Mauro è sommelier e perfetto padrone di casa, che mette a proprio agio senza provocare soggezione, perché il “Tantris” è un posto dove provare piacevolezza e ricordare l’emozione.

«Per chi viene da fuori abbiamo pensato di dare la possibilità di cenare qui, assaporare l’intera serata e non avere la fretta di ripartire, fermandosi qui anche a dormire. Offriamo una colazione preparata da me: confetture, brioches, centrifugati di frutta, per caricarsi e ripartire verso una sciata a Cervinia per esempio» spiega Marta Grassi e aggiunge anche che le camere sono prettamente destinate alla clientela del ristorante, tant’è che non viene esibito nessun cartello all’esterno.

Il dinamismo che contraddistingue i due coniugi si rispecchia nel locale che è in continua trasformazione, visto che è giusto proiettarsi sempre verso il futuro, come il progetto di un dehors esterno… Tutto verte sempre e comunque sul principio basilare e unico dell’accoglienza dell’ospite.

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